“Arrivederci Matilde”

 

Ciascuno dei convenuti lunedì 26 novembre 2007 alla Messa del funerale di Maria Matilde Carli Calvitti avrebbe potuto raccontare tanti momenti belli edificanti vissuti accanto a Matilde in questi anni. La prima parola è GRAZIE! L’altra ed l’ultima da lei pronunciata è ARRIVEDERCI!

Ancora la mattina di venerdì 23 Matilde aveva accolto chi era andato a trovarla con lo stile di sempre, con un sorriso alternato ad un GRAZIE! che ha ripetuto più volte. Si stava avvicinando il passaggio, le è stato portato l’abbraccio di Chiara Lubich, Fondatrice e Presidente del Movimento dei Focolari, che aveva conosciuto sin dagli anni ’50 e con cui ha sempre condiviso lo spirito dell’unità  con impegno e dedizione.

Anche quella mattina, pur tra le sofferenze fisiche notevoli, ha accolto con amore l’infermiere ed alla domanda “come va?”, ha risposto come sempre “BENE!”, senza lamento. Ed infine si è guardata attorno ed ha salutato i presenti con un “ARRIVEDERCI!” Ha amato, anche quella mattina, con regalità , con amore raffinato come sapeva fare lei.

Domenica 25 – Festa di Cristo Re – ci ha ricordato in tanti toni che chi AMA REGNA: è il dono che Matilde ha consegnato a quanti l’hanno conosciuta.

Solo alcuni tratti per delineare la sua figura: Maria Matilde Carli Calvitti era nata a Livorno 85 anni fa da una nobile famiglia. Ad appena 22 anni si è laureata in chimica. Sposa Aldo, magistrato, un matrimonio bellissimo, di cui era grata a Dio sempre. Gioiva tanto quando le sue amiche avevano delle belle famiglie con solidi principi cristiani. Nutriva sempre un grande amore per la sua amata famiglia, per i suoi nipoti.

Dopo gli anni ‘50 conosce il Movimento dei focolari da cui attinge l’energia spirituale. Ne ha fatto parte attiva fino alla fine dei suoi giorni, con fedeltà  e spirito di servizio. Sintetizzava così il suo compito: “I cieli nuovi e le terre nuove li vedrò quando avrò contribuito a costruirli qui in terra, se intorno a me c’è armonia, se sono un’operatrice di pace, anche fra le persone di mia conoscenza, se esercito la giustizia verso tutti quelli che mi circondano, se sono precisa in ogni mia cosa”. 

Con Chiara Lubich condivide gioie e dolori, seguendo le principali concretizzazioni del Movimento in varie parti del mondo. S’impegna in ogni forma di dialogo, pronta ad accogliere e capire sempre chi ha opinioni diverse dalle sue. La ricordiamo come presenza attiva in Associazioni come il Sidic, L’amicizia ebraico-cristiana di cui è stata membro per molti anni.

La nobiltà  d’animo si affina in amore grande per ognuno, non importa il ceto o l’età . Si teneva aggiornata sulle leggi, offrendo con umiltà  e decisione la sua competenza. Ed i suoi interventi sono stati spesso risolutivi in alcune decisioni.

Condividendo l’impegno di portare l’amore, cioè la carità  cristiana nella città , si impegnava a farlo anche nel suo condominio, dove desiderava regnasse “la famiglia”.

Finché le forze glielo hanno permesso, si è recata ogni giorno in parrocchia e condivideva ogni iniziativa spesso anche concretamente.

Nel suo cuore l’Africa aveva un posto particolare e mentre pregava per la risoluzione mondiale dei problemi diceva spesso: “Dato che non ho figli, i bambini africani sono i miei figli, secondo le mie possibilità  cerco di aiutarli”.

Ma torniamo agli ultimi giorni: il 21 novembre scorso scrive a Chiara Lubich: “…da alcuni mesi come sai la malattia si è acutizzata. I medici dicono che presto terminerò il “Santo Viaggio” anche se, con  la comunità  di Roma, preghiamo per la mia guarigione, se è nella Sua volontà : sono serena e nella gioia di aver presto l’incontro con il Padre. Ho cercato, in tutta la mia vita, di vivere l’attimo presente per essere in Lui. Mi ha affascinato, già  dall’inizio, concorrere a costruire un mondo nuovo (…) Ho cercato per questo di vivere nel mio piccolo, per la giustizia nel mondo e collaborare all’edificazione  del Regno di Dio. 0ggi è stata una giornata speciale: a casa mia è stata celebrata la S. Messa. Un momento forte di comunione, un momento sacro e solenne.

Dopo la sua morte sono venute a darle l’ultimo saluto moltissime persone: ognuna di essa era stata da lei amata personalmente, ognuna era stata accolta con gioia nella sua bella casa che era lo specchio del suo gusto sobrio e raffinato. Tutti dicevano: Matilde era una grande donna, una vera cristiana.

Ancora GRAZIE MATILDE e…“ARRIVEDERCI !”

 

(Bonaria Gessa)

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