“La salute dei rom: disuguaglianze vissute, equità rivendicata”
Promossa dalla Caritas di Roma, il 28 gennaio si è tenuta una giornata di riflessione sulla salute dei gruppi rom che vivono in condizione di disagio socio-abitativo.
Da ormai alcuni decenni intorno alla galassia Rom, a partire dal lavoro di alcuni “pionieri” come il dottor Salvatore Geraci (che girava con un Camper “sanitario” nelle periferie di Roma), si sono create sinergie e percorsi comuni tra tutti coloro che hanno a cuore il destino e la dignità di questo popolo.
Perché tale è il mondo romanì, una Nazione, una vera etnia che – tra luci ed ombre e a cavallo tra un nomadismo dell’anima e una stanzialità di fatto- stenta ancora a trovare una sua dimensione dignitosa e integrata. A causa di pregiudizi antichi a cui si sono aggiunte politiche di offerte abitative costose quanto ghettizzanti – i famigerati “Campi”, i Centri di Raccolta Rom – la loro integrazione in Italia è ancora tutta da trovare.
E come sanitari – lo scrivente è parte in causa in quanto pediatra che lavora anche con minori Rom – siamo spesso i primi a doverci confrontare con tutte le contraddizioni che questo limbo socio-storico-esistenziale ha creato e mantiene. Anche se a fronte dell’emergenza di un bambino Rom che necessita di un ricovero o di una madre “zingara” che deve partorire d’urgenza, tutte le strade si aprono. Ma con che fatica, e con quante contraddizioni!
Ecco il senso di questo Convegno degli Stati Generali della “salute Rom”: scambiarsi esperienze, fare rete, trovare sinergie ulteriori, capire dalle esperienze passate come rendere “ordinari” quei percorsi di buona sanità ancora troppo parziali, frutto di azioni legate alla sensibilità di singoli sanitari o di ASL particolarmente attente. In una parola, appunto, “straordinari”. Che a Roma non mancano, per fortuna.
Insomma, ne è stata fatta di strada, dai quei primi esperimenti di integrazione sanitaria nati dall’azione del volontariato -laico e cattolico, ancora una volta legato da rapporti di assoluta stima reciproca- che ha il volto di realtà molto varie, dalle Onlus all’Arci, dalle Parrocchie al mondo dell’associazionismo.
E questa strada, declinata con parole e percorsi sanitari, è sintetizzata nel bel testo che è stato presentato al Convegno: “Salute Rom. Itinerari possibili”, introdotto dagli stessi autori, Alice Ricordy, Fulvia Motta e Salvatore Geraci. Un testo che “non è un manuale, né contiene parole definitive” – come diceva la Ricordy – ma proprio per questo è ancora più prezioso perché libero, concreto, capace di fornire idee e metodologie d’intervento e di promozione sanitaria che nascono dall’ esperienza sul Campo. Utilissimo perciò, parola di chi da analoghi testi degli stessi autori ha trovato spunti utilissimi per imparare a fare il medico con i Rom.
La parola conclusiva è stata quella di Geraci che ha ricordato la figura di don Luigi Di Liegro, mitico e battagliero Presidente della Caritas e ha chiesto poi di chiudere a Mons. Enrico Feroci, il presidente attuale. Il Convegno è stato arricchito da due tavole rotonde con la presenza di alcuni relatori Rom come Giorgio Bezzecchi e Nazzareno Guarnieri- con esperienze di sanitari di varie parti d’Italia e con la supervisione di esponenti della SIMM, la Società Italiana Medicina Migrazioni che proprio a Roma ha mosso i suoi primi passi.
Per ogni informazione o richiesta del libro -10 euro- potete telefonare alla Caritas di Roma -06.4454791 – o inviare mail a area.sanitaria@caritasroma.it
Riccardo Bosi, 29.01.2014
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