(1948-1965)
di Oreste Paliotti
Se Trento è stata la “culla” dei Focolari, la tappa successiva, quella della “presentazione al Tempio” per così dire, non poteva essere che Roma. Per la sua vocazione cosmopolita, la Città Eterna costituiva il necessario trampolino di lancio per l’espansione mondiale del Movimento; e quale centro della cristianità doveva dare il suggello della gerarchia ecclesiastica a questa nuova opera sorta in seno alla Chiesa. Quelli che ora andiamo a scorrere in sintesi sono appunto gli anni “eroici” in cui l’ideale dell’unità ha messo radici nella Città Eterna. In questa sedicesima puntata passiamo in rassegna il 1963.
1963. Morte di Giovanni XXIII e di Kennedy. Nuovo papa Paolo VI
Nel 1963 spariscono dalla scena due protagonisti della storia contemporanea: il 3 giugno muore papa Giovanni XXIII, mentre in novembre viene assassinato a Dallas John Fitzgerald Kennedy, il presidente degli Stati Uniti. L’Italia invece è funestata dal crollo della diga del Vajont (9 ottobre).
Cosa registra invece la piccola storia del Movimento? Alla notizia choc dell’arresto a Praga, il 17 gennaio, di Cengia, ritenuto una spia (verrà liberato tre mesi dopo, terminando così la sua missione ultrasegreta a servizio della Chiesa), segue nello stesso mese l’approvazione della Regola femminile: un’altra barriera valicata, anche se le sezioni maschile e femminile permarranno a lungo due realtà ancora distinte (Chiara le chiama “serpentoni”) senza che si riesca a costituire l’unità dell’Opera secondo i disegni di Dio. Èd è ancora in discussione il ruolo di Chiara: come potrebbe una laica reggere un insieme che comprende anche sacerdoti e religiosi?
Il 24 febbraio muore Luigi Lubich, papà di Chiara.
Con l’estate, dopo circa quattro anni dal suo inizio, cessa la vendita di Città Nuova davanti alle porte delle chiese: questa forma di diffusione, sostenuta dagli appartenenti ai Focolari, non poteva che essere provvisoria per l’impegno fisico e il tempo che richiedeva a quanti vi si dedicavano. Ha avuto però effetti importanti: far conoscere attraverso contatti personali lo spirito del Movimento e la rivista stessa a un grande numero di persone e contribuire sostanziosamente ai costi della stessa.
Sempre in questa estate ha luogo il primo incontro sacerdotale ad Ala di Stura, con 130 sacerdoti.
In luglio sale al pontificato papa Montini. In più udienze e attraverso contatti epistolari, Chiara potrà esporgli le novità che il Movimento porta nella Chiesa e verrà da lui aiutata a stendere uno Statuto che corrisponde perfettamente al suo sviluppo attuale.
Ordinazione sacerdotale di Aldo Stedile e Antonio Petrilli: sono i primi due focolarini a diventare sacerdoti dopo don Foresi. Seguiranno, l’anno successivo, le ordinazioni di Vittorio Sabbione, Giorgio Marchetti (Fede), Enzo Fondi, Marco Tecilla e Alfredo Zirondoli (Maras).
Visitando la Roma di Chiara
Via Crescenzio 43 – Nel quartiere Prati, poco distante da Castel Sant’Angelo e da San Pietro, c’è la sede del Centro Incontri Romani. L’idea di esso ebbe origine il 31 ottobre ’64, in seguito ad un’udienza di Chiara con Paolo VI, al quale lei ebbe modo di riferire, tra l’altro, dei primi contatti ecumenici del Movimento in Germania. «Il papa – ricorda Chiara – ascoltava in profondo silenzio e mi è parso che questo argomento lo interessasse moltissimo, tanto da dirmi alla fine che era volontà di Dio che ci specializzassimo in questo colloquio, come anche in quello con i non credenti qui in Occidente e nei Paesi dell’Est». Lo stesso Paolo VI «ci ha accennato – continua Chiara – che nell’Est esistevano dei Paesi dove il cristianesimo c’era, ma dove non arrivava nessuna notizia. Un’opera magnifica di carità, che noi avremmo potuto fare, sarebbe stata quella di organizzare un’attività di turismo, sia per portare un conforto spirituale alle persone che vivevano in quei Paesi, sia avvicinando ed accogliendo i gruppi di turisti che da là venivano nell’Occidente». Il desiderio del papa fu accolto. Alcuni mesi dopo, nel ’65, fu inaugurato “Incontri Romani” ed alcune focolarine, che conoscevano le principali lingue dell’Est e dell’Ovest, si specializzarono in questa attività. Palmira Frizzera, cui venne affidato il delicato compito di dare avviare questa iniziativa, ne ricorda gli inizi silenziosi, discreti, per la necessaria prudenza che, almeno prima del “crollo dei muri”, doveva circondare ogni contatto anche semplicemente culturale e turistico con i Paesi dell’Est. «Ma anche perché – spiega – per questo dialogo non c’erano precedenti, e noi non avevamo che una “regola d’oro” da mettere in pratica con chiunque, fosse colto o ignorante, ateo o credente: amare a fatti, non a parole. E così abbiamo cominciato, facendo nostre tutte le necessità, le richieste, i mille imprevisti che si verificavano all’arrivo di ogni persona o gruppo».
Per la verità – aggiunge Palmira – già Pio XII, a metà degli anni ’50 (eravamo ancora sotto studio del Sant’Uffizio) aveva espresso il desiderio di diffondere il Movimento preferibilmente nei Paesi sotto il comunismo e, in Italia, nelle zone più esposte, cosiddette “Rosse”, come l’Emilia Romagna e la Toscana. Era quindi già chiaro per noi lo scopo specifico (oltrecortina) e approfittando delle Olimpiadi del ’60, con la venuta a Roma di tante persone dalla Russia e dai Paesi dell’Est, era nata con Chiara e il Chiaretto l’idea di una guida turistica, diversa dalle solite per contenuto più cristiano, foto artistiche, formato quadrato, da donare a questi visitatori come un ricordo di Roma da portarsi via. Quando sono nati Incontri Romani, Città Nuova ha dato a noi il deposito di questa rivista, che però non risultò pratica. Fu così che nei primi anni ’70 Fonte [Mantovani]ed io l’abbiamo un po’ elaborata in un formato rettangolare e tascabile, dal titolo “Roma in 4 giorni”, sempre soprattutto per i Paesi dell’Est. E’ stata poi tradotta anche in tedesco».
Via Pompeo Ugonio n. 5 – Qui aveva sede nei primi anni Sessanta il focolare femminile romano attorno a cui gravitava la “zona” comprendente Lazio, Abruzzo e Sardegna. La palazzina è stata poi demolita per far posto ad un’altra costruzione. In un articolo apparso su Città Nuova n. 23/1964, Guglielmo Boselli così descrive questo focolare, che ospitava all’epoca una dozzina di focolarine, non tutte italiane: «Via Pompeo Ugonio numero cinque: una stradetta tranquilla accanto al traffico assordante della via Nomentana. Qui sotto sono scavati i cunicoli delle catacombe di santa Agnese; la basilica è lì a due passi, a ricordare la bellezza della donazione più pura a Dio in ogni epoca della Chiesa. La casa dove abitano le focolarine è semplice: due piani, in affitto. A livello del giardinetto il pranzo, un grande soggiorno e la cucina, e una stretta scala per accedere al resto dell’appartamento. Una casa come tante altre: pulita, accogliente, moderna, con quel tanto di armonia che già dice di per sé che qui abita una “famiglia”, con tutta l’intimità e l’apertura di una comunità che vive immersa nel mondo e tuttavia non è del mondo. Ti ci trovi bene subito…».
Santi Giovanni e Paolo – Questa basilica sorge nell’omonima piazza sul pendio occidentale del Celio ed è dedicata ai due ufficiali romani Giovanni e Paolo, ferventi cristiani e vittime della persecuzione dell’imperatore Giuliano l’Apostata, che nel 362 d.C. li fece uccidere e seppellire nella loro stessa casa, di cui gli scavi sotto la chiesa hanno effettivamente evidenziato i resti. Soltanto agli inizi del V secolo sugli edifici preesistenti venne costruita la basilica, che ha subìto molte trasformazioni nel corso dei secoli. Alla sua destra il convento dei padri Passionisti (inizi del XII secolo) è situato, come la base dello splendido campanile romanico, sulle fondazioni del grandioso Tempio di Claudio. Nell’interno della chiesa si trova anche la tomba del fondatore san Paolo della Croce (1694-1775), uno dei santi amati da Chiara, che di lui ebbe a scrivere fra l’altro: «Mi è piaciuto, leggendo una lettera di san Paolo della Croce, l’ammonimento che egli rivolge ad una persona: “Amate, patite e tacete”. Sì, perché si deve parlare del dolore solo se serve come luce agli altri: per render gloria a Dio. Inoltre mi pare tanto giusta un’altra considerazione di questo santo: “Io non ho mai conosciuto anima, che di proposito attenda alla perfezione e all’orazione, in perfetta salute; nonostante ciò procurate di mantenere quella poca salute che avete col prender cibo e sonno necessari”. Questo pensiero dà pace e non ci mette nella preoccupazione di uscir subito fuori da tutti i mali che abbiamo, anche se occorre far sempre, con distacco, la parte nostra». E il 28 gennaio 1988, durante un incontro di sacerdoti focolarini a Castelgandolfo, ad uno di loro reduce da un periodo di prove spirituali Chiara rispondeva fra l’altro: «Questi momenti devono aspettarseli […]. Siamo sulla terra, non siamo mica in paradiso. […] L’altro giorno sono stata a vedere la salma di san Paolo della Croce. Ma quello ha passato cinquantaquattro anni di notte oscura! […] Adesso mi sembra che non sia proprio la nostra cosa, perché abbiamo anche momenti molto belli, per via di Gesù in mezzo […] Però questi momenti ci sono. Come si superano? Si superano […] con l’amore a Gesù abbandonato [e col] cercare di comunicare ai fratelli la propria situazione. […] Farlo per amore. […] Perché io ho visto che il diavolo, che gonfia sempre le prove e le fa vedere insuperabili […], con Gesù in mezzo scappa».
Abbazia delle Tre Fontane/Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù/Santuario della Vergine della Rivelazione – Chiara visitò più volte questa località sulla via Laurentina, densa di storia e di fede per la presenza dei cistercensi trappisti, delle Piccole Sorelle di Gesù e del santuario della Vergine della Rivelazione. Dove ora sorge il complesso abbaziale e monastico dei trappisti, nel luogo anticamente denominato Acque Salvie, il 29 giugno del 67 d. C. san Paolo – notoriamente uno dei santi più amati da Chiara – subì il martirio per decapitazione. Secondo la tradizione, la sua testa recisa, rimbalzando sul suolo, fece scaturire altrettante fonti d’acqua: di qui il toponimo. Adiacente ai trappisti è la Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù, che si richiamano al carisma di Charles de Foucauld, altro martire e testimone del Vangelo tanto caro a Chiara. Il pomeriggio del 1° marzo 1989 lei vi incontrò la fondatrice, Petite Soeur Magdeleine, che da tempo aveva espresso il desiderio di conoscerla. Il lungo e fraterno colloquio servì ad approfondire tanti particolari delle rispettive opere e a evidenziarne le molte affinità. «C’era tanta unità spirituale», fu il commento finale di Chiara che, dopo l’incontro con la 91enne religiosa, s’ intrattenne ancora con un gruppo di Piccole Sorelle, fra cui quella Tommasa Aliquò che nel 1949 aveva messo disposizione delle prime focolarine giunte a Roma il proprio appartamento alla Garbatella.
In più occasioni Chiara andò a pregare nel vicino santuario della Vergine apparsa nel 1947 a Bruno Cornacchiola. Pur non avendo avuto tali apparizioni una conferma ufficiale da parte della gerarchia ecclesiastica, vi è stato consentito il culto alla Madonna detta “della Rivelazione”. Nel luogo, affidato ai francescani, sono disseminati (con effetto un po’ cimiteriale, per la verità) rilievi e targhe marmoree che riportano pensieri ed espressioni di lode alla Vergine di autori di epoche diverse. Fra gli altri, un noto pensiero di Chiara: «Vivo Gesù vivendo Maria».
(continua)
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