Domenica 26 febbraio un gruppo di oltre 50 persone fra ragazzi e animatori ha partecipato all’ appuntamento mensile del percorso “Noi per la città” che per il mese di febbraio prevedeva un “viaggio nella cultura sikh”. Con l’aiuto di un’appassionata studiosa del mondo sikh, abbiamo percorso una tappa del nostro obiettivo: fare del mondo una famiglia….infatti ci si può sentire “famiglia” solo se ci si conosce. La visita al tempio e la partecipazione ad una parte del loro culto ci ha permesso di scoprire alcuni aspetti della cultura e del mondo sikh: il profondo senso di appartenenza, che però non impedisce di essere molto aperti e ospitali verso tutti, al punto di condividere con gli ospiti la stessa mensa, la tenacia e l’abitudine al duro lavoro, l’amore e la cura per i valori familiari, la loro allegria manifestata anche dalla vivacità dei loro costumi. Ecco quanto affermano riguardo i colori: ” La natura di Dio è molto bella, ed è piena di colori altrettanto belli. Nel mondo ci sono molte cose naturali la cui importanza dipende dai colori. L’uomo ama molto i colori, ogni persona ne ha uno preferito, che mostra anche attraverso il suo abbigliamento, ed è attratto dagli oggetti di quel colore privilegiato. Gli studiosi hanno dichiarato che i colori hanno un enorme impatto sulle persone….”
Uno dei ragazzi scrive: “Una delle espressioni che quel giorno più ricorreva ci ricorda va che “la diversità è una ricchezza”. Ma non basta ripeterselo: bisogna conoscere quella diversità per capire in cosa essa può essere ricchezza e comprendere quali sono i suoi modi per ampliare la nostra conoscenza dell’uomo e dei suoi numerosi volti. Per questo con i Ragazzi per l’unità ci siamo recati al tempio sikh di Roma: per conoscere una cultura tanto distante quanto diversa dalla nostra. Abbiamo visto e sentito le differenze – molte – dalla nostra cultura , come non sono mancati i punti di contatto: più che nel loro culto li abbiamo potuti vivere nel loro modo di accoglierci e quindi di amarci. Ecco, proprio l’amore è sembrato essere ciò che ci ha unito a loro”.
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