E DOPO TRENTO… ROMA!/17

(1948-1965)

di Oreste Paliotti

Se Trento è stata la “culla” dei Focolari, la tappa successiva, quella della “presentazione al Tempio” per così dire, non poteva essere che Roma. Per la sua vocazione cosmopolita, la Città Eterna costituiva il necessario trampolino di lancio per l’espansione mondiale del Movimento; e quale centro della cristianità doveva dare il suggello della gerarchia ecclesiastica a questa nuova opera sorta in seno alla Chiesa. Quelli che ora andiamo a scorrere in sintesi sono appunto gli anni “eroici” in cui l’ideale dell’unità ha messo radici nella Città Eterna. In questa diciassettesima puntata passiamo in rassegna il 1964.

1964. Viaggio di Chiara nelle Americhe. Udienza da Paolo VI: il trait d’union

Il 1964, anno di economia stretta per tutti nel Movimento, si apre con il pellegrinaggio di Paolo VI in Terrasanta. È’ la prima volta, nella storia della Chiesa, dopo Pietro, che un papa si reca nei luoghi di Gesù. A Gerusalemme incontrerà il patriarca ecumenico Athenagoras I. E’ un viaggio di speranza per un mondo inquieto, che ha bisogno di pace. In effetti quest’anno vedrà incidenti e conflitti internazionali in America Latina (Panama e Brasile), in Mozambico, ma soprattutto in Estremo Oriente, nel Vietnam del Nord (“incidente del golfo del Tonchino” e inizio dei bombardamenti aerei da parte degli Usa). E vedrà anche la caduta di Krusciov e l’avvento dei laburisti in Inghilterra

Il 19 gennaio si inaugura in corso del Rinascimento il primo focolare sacerdotale a Roma riconosciuto da Chiara, con don Silvano Cola. Nuovo responsabile della zona maschile è Vita. Per impulso di lui, che dirige anche il coro, riprendono le messe comunitarie, non più però “dai Bergamaschi”. Così le rievoca Danilo Zanzucchi: «Ogni domenica la comunità del Movimento, che contava alcune centinaia di membri, si riuniva per la messa a Sant’Andrea della Valle. La celebrava don Silvano. Le sue prediche al Vangelo erano brevi – non più di otto-dieci minuti –, erano seguitissime e arrivavano al cuore dei presenti. Erano vita vissuta e convertivano, ed erano elementi importanti per il costituirsi della comunità di Roma sempre crescente».

Viaggio di Chiara nelle Americhe: il 28 marzo arriva a New York, il 2 aprile parte per Buenos Aires e il 16 per Recife (Brasile). Il 21 aprile si va ultimando il Centro Mariapoli di Rocca di Papa.

Tra aprile e maggio tre focolarini vengono ordinati sacerdoti: Vittorio Sabbione (in Argentina), Giorgio Marchetti (in Brasile) ed Enzo Maria Fondi (a Sessa Aurunca): occasioni di gioia per tutto il Movimento, che però il 12 luglio è sotto choc per la tragica morte, nel lago di Bracciano, di Vincenzo Folonari (Eletto). Era impiegato a Città Nuova nel deposito di via della Lupa e si occupava dei giovanissimi appartenenti ai Focolari.

Arrivano a Fontem, nel Camerun occidentale, medici e infermieri focolarini: sono la risposta della Provvidenza alla richiesta fatta in marzo dal Fon di quel villaggio al vescovo mons. Peters, di pregare per il suo popolo decimato dalla mortalità infantile.

Il 18 luglio, a Valtournenche (Valle d’Aosta), Chiara “fonda” le focolarine sposate. Undici quest’anno le Mariapoli che si svolgono dal primo all’8 agosto in Francia, Austria, Belgio, Spagna, in tre località italiane e altre quattro in America, raccogliendo circa diecimila persone.

Giordani ottiene da papa Paolo VI un riconoscimento ufficiale a Chiara: per la Santa Sede è la «Fondatrice dell’Opera dei Focolarini».

In ottobre la Scuola maschile si trasferisce da Grottaferrata nella nascente cittadella di Loppiano, moderna “utopia” sulle colline del Valdarno.

Momento culmine della lunga storia dell’approvazione è, il 31 ottobre, la prima udienza privata di Chiara da Paolo VI, da lei definita «la presentazione al Tempio».Viene rassicurata dal papa («Mi dica tutto. Qui tutto è possibile»), ricevendone l’invito a studiare un mezzo per tenere unite le due sezioni. Questo trait d’union – poi approvato direttamente dal Santo Padre – sarà un “consiglio di coordinamento” con un Centro e un presidente, un assistente “esterno” (fino al 1969), tre consigliere e tre consiglieri. Sacerdoti e religiosi saranno anch’essi collegati a questo Centro. Pian piano si formeranno le varie branche, distinguendosi dai rami e legandosi direttamente al consiglio di coordinamento centrale. Alla fine della conversazione, presente anche Eli, si tocca l’argomento della posizione di Chiara: Paolo VI fa capire che considera lei come capo. «Adesso l’Opera è salva», dirà Chiara, uscendo.

Ultimo assistente esterno, il vescovo di Frosinone mons. Marafini comunicherà a Chiara, da parte della Segreteria di Stato, che il Movimento d’ora in poi «sarà governato dagli stessi superiori interni» (lettera del 12 agosto 1969). Grande la gioia di Chiara, che per l’occasione parlerà di raggiunta “maturità” dell’Opera.

Ha inizio in quest’anno anche il Centro Incontri Romani, affidato a Palmira. E’ stato Paolo VI – lei racconta – a suggerire in un’udienza a Chiara, il 31 ottobre, «un centro turistico per accogliere e seguire le persone dell’Est europeo, dando loro una visione di Roma cristiana». Già in occasione delle Olimpiadi del ’60, per la verità – precisa ancora Palmira -, «a Chiara e don Foresi era venuta l’idea di una guida turistica, diversa dalle solite per contenuto più cristiano, foto artistiche, formato quadrato, da donare ai visitatori provenienti dalla Russia e dai Paesi dell’Est come un ricordo di Roma da portarsi via».

Il 5 dicembre la Sacra Congregazione del Concilio dà seguito alla proposta della Segreteria di Stato del 2 dicembre di chiudere la visita apostolica al Movimento dei focolari. L’approvazione dei primi Statuti è definitiva. Rimarrà per qualche anno un consulente ecclesiastico nella persona di mons. Giuseppe D’Avack.

Sempre in dicembre, viaggio di Chiara a Norimberga (Germania), dove il 7 incontra un gruppo di cattolici e pastori luterani. Mentre il 17 muore il senatore Enrico Roselli tra i primi politici ad abbracciare l’ideale dell’unità. Aveva scritto: «Vivere la politica con tutta l’intensità possibile e la donazione di sé».

Visitando la Roma di Chiara

Auditorium di via della ConciliazioneAl n. 4 di via della Conciliazione, a pochi passi dalla basilica di San Pietro, sorge questa sala capace di 1800 persone. Ma dovevano essere ancora di più, quel 26 dicembre 1969, essendo essa insolitamente affollata per un incontro-spettacolo del Movimento, che vide fra l’altro il Gen Rosso esibirsi alla presenza di Chiara e del vicario di Roma, il card. Angelo Dell’Acqua. Giorni dopo, il 7 gennaio, Chiara scriveva a tremila membri della comunità romana una infuocata lettera programmatica, riguardante l’attuazione di quanto il rappresentante del papa, nel suo intervento in quella serata, aveva proposto ai Focolari. «Ora è tempo d’azione decisa, capillare e vasta – vi era scritto – a seconda delle circostanze che si presenteranno, penetrante sempre, secondo lo stile del nostro ideale che, essendo carità, fa lavorare con ardore, ma anche con prudenza, con perseveranza, con quell’intelligenza illuminata che trova, nel rispetto verso tutti, le mille vie per arrivare allo scopo. Tre sono i campi che ci sono stati affidati: la gioventù, l’ambiente dello sport, una attività specifica nel campo del turismo (…) a noi sembra che queste tre direttive attraverso le quali possiamo servire la Chiesa di Roma, incomincino finalmente a saziare quella specie di vocazione (che noi avvertiamo profonda) di fare qualcosa per la città eterna, per il cuore della cristianità». Insomma, un prodromo di quella che sarebbe diventata, a partire dal 2000, l’operazione “Roma Amor”. Per seguire questa iniziativa, finalizzata a far riacquistare a questa città unica al mondo il suo volto cristiano e la sua missione universale, con una particolare attenzione ai giovani (erano gli anni di “esplosione” del Movimento Gen), Chiara costituì un Centro “Azione Romana” a piazza di Tor Sanguigna 13/2 presso gli uffici del Centro Uno. Presidenti: Chiara, don Foresi e i due responsabili locali del Movimento, all’epoca Giosi Guella e Pierlorenzo Carenzi. Protettore: il comm. Alvino.

Via degli Astalli Al n. 16 di questa via, proprio alle spalle della chiesa del Gesù, è l’ingresso della casa dei padri gesuiti. Nell’infermeria dell’edificio trascorse gli ultimi anni, poco prima della morte nel 1979, padre Riccardo Lombardi, il grande carismatico fondatore del Movimento per un mondo migliore. Chiara lo considerava «il profeta di un mondo nuovo: sia nel senso di annunciare un avvenimento che sta per accadere, ravvivando così negli animi la speranza e rendendo la fiducia in un costante intervento rinnovatore di Dio nella società; come nel senso di avere un particolare dono di Dio per esortare e stimolare, capace di toccare l’intimo dei cuori e suscitare frutti di conversione e di impegno rinnovato». Per lei, infatti, colui che veniva definito “il microfono di Dio” «era un uomo trasparente, in un certo senso un idealista, un contemplativo. Ascoltandolo parlare sembrava emanasse da lui un carisma. Era un uomo distaccato da tutto. Lo si poteva paragonare a un eremita o a un Giovanni Battista, che gridava mosso dallo Spirito. La sua passione era la Chiesa. Ne era innamorato». Durante il periodo della sua malattia, in segno di gratitudine per l’aiuto che il Movimento aveva ricevuto da lui negli anni Cinquanta, anni in cui esso era sotto studio da parte della Santa Sede, Chiara mise a disposizione di padre Lombardi due medici focolarini: Cosimo Calò e Giorgio Marchetti (Fede). Lei stessa andò a fargli visita e ne raccolse le confidenze relative anche alle sue prove spirituali. Giorgio Marchetti testimonia «il profondissimo e straordinario rapporto fra padre Lombardi e Chiara, questi due strumenti di Dio privilegiati, e il loro aiuto reciproco, prototipo della collaborazione fra i movimenti».

Teatro AdrianoConosciuto anche come Politeama Adriano, venne edificato in piazza Cavour nel 1894: la prima versione era in legno e ospitò tra le altre rappresentazioni il famoso Ballo Excelsior. Distrutto da un incendio dopo appena sette mesi e ricostruito nello stesso posto in muratura e in cemento armato, materiale all’epoca all’avanguardia in campo edilizio, venne inaugurato nel 1898 con La Gioconda di Ponchielli. L’edificio ospitò opere liriche, concerti, balletti, operette, varietà, spettacoli circensi e spesso venne utilizzato come sede di eventi e manifestazioni politiche. Nel 1950 l’ampia sala a ferro di cavallo, sormontata da due ordini di palchi, subì pesanti modifiche per la necessità di realizzare due sale cinematografiche, l’Adriano e l’Ariston, con ingresso separato. Nel giugno 1965 sul palco dell’Adriano si esibirono in concerto i Beatles, mentre il 10 maggio 1981 si svolse una manifestazione promossa dall’Associazione dei medici cattolici in favore della vita. Per l’occasione intervennero madre Teresa di Calcutta, «testimonianza vivente del diritto alla vita», come fu definita, e Chiara, cui toccò il compito di considerare l’aborto dal punto di vista spirituale cristiano. Succo del suo discorso: non è con i metodi innaturali che si risolvono il problema demografico e il controllo delle nascite. Non è il principio vitale che deve morire, ma l’”uomo vecchio” col suo egoismo. «Dobbiamo puntare lì, per veder sorgere quella civiltà dell’amore» cara agli ultimi papi e con essa «una nuova civiltà della vita».

Santa Maria MaggioreSiamo nel cuore di uno dei quartieri più vivi di Roma, sul colle Esquilino, a pochi passi dalla stazione Termini, davanti alla più vetusta delle basiliche maggiori. L’attuale suo rivestimento settecentesco incastona, infatti, una costruzione molto più antica, edificata nel V secolo da Sisto III su una basilica eretta da papa Liberio nel IV secolo, sorta a sua volta sopra un antico edificio romano. La costruzione liberiana – la prima chiesa di Roma, e senza dubbio anche dell’Occidente, ad essere intitolata alla Vergine – venne qui edificata, secondo la tradizione, in seguito ad una nevicata in pieno agosto, e precisamente il 5, che imbiancò questa parte dell’Esquilino. Il rifacimento voluto da Sisto III fu legato invece al concilio di Efeso, che il 22 giugno 431 proclamò solennemente, contro Nestorio, la maternità divina di Maria. La basilica, che sfoggia il campanile romanico più alto di Roma e la famosa reliquia della culla di Gesù bambino, è un vero scrigno di opere d’arte che l’hanno impreziosita lungo i secoli. Nella cappella Borghese si ammira la venerata icona della Madonna “Salus populi romani”, immagine davanti alla quale talvolta Chiara veniva a pregare (come si legge in un suo biglietto del 29 maggio 2000: «Madre nostra, Maria “Salus populi romani”, conduci tu la nostra Operazione Roma Amor e noi ti seguiremo»). In questa stessa splendida basilica, stracolma, nel quadro dell’Anno mariano del 1987, lei pronunciò il 30 novembre un discorso intitolato “L’influsso spirituale di Maria sull’uomo di oggi”. Discorso che così concludeva: «Con lei, prima laica della Chiesa, e con la sua spiritualità, anche noi, che in maggioranza siamo laici, potremo essere all’altezza di quel compito che la Chiesa oggi ci richiede: lavorare alla nostra santificazione, che è vocazione universale degli uomini; contribuire a rinnovare la Chiesa; animare cristianamente le cose e le faccende del mondo in cui siamo immersi. E tutto alla gloria di Dio e della Madre di lui».

Palaeur Chi, venendo dal centro storico di Roma percorre la grande arteria che collega l’Urbe ad Ostia, intitolata a Cristoforo Colombo, arrivando nel quartiere dell’Eur nota subito, sullo sfondo del laghetto artificiale, la caratteristica struttura del Palaeur (oggi PalaLottomatica). Realizzato per le Olimpiadi del 1960 su progetto del grande architetto Pier Luigi Nervi e affettuosamente chiamato dai romani “la zuppiera”, è tra i più significativi esempi di architettura italiana del XX secolo. Con opportuni adattamenti, dal 2003 ospita non solo manifestazioni sportive, ma anche fieristiche, concerti, congressi, convention e concorsi. Al Palaeur si sono svolte diverse grandi manifestazioni del Movimento, come Genfest, Familyfest ecc. Memorabile il Genfest 1990, che vide insieme Chiara e Giovanni Paolo II.

Ergife Palace HotelDomenica 3 giugno 1984, nella sala congressi di questo moderno complesso sulla via Aurelia, al n. 619, si svolse il primo convegno per il mondo dell’economia e del lavoro organizzato da Umanità Nuova. Erano presenti più di 3500 persone. Nel suo intervento introduttivo, ricordando la festa di quel giorno – l’Ascensione –, Chiara disse fra l’altro: «È una festa che si addice a questo nostro giorno in cui siamo chiamati a vivere spiritualmente in due situazioni: immersi nei problemi terreni, nell’impegno della loro soluzione, e proiettati con lo spirito nella visione di Cieli Nuovi e Terre Nuove di cui Gesù, uomo-Dio asceso, è simbolo, anticipo, preludio».

(continua)

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