E DOPO TRENTO… ROMA!/18

(1948-1965)

di Oreste Paliotti

Se Trento è stata la “culla” dei Focolari, la tappa successiva, quella della “presentazione al Tempio” per così dire, non poteva essere che Roma. Per la sua vocazione cosmopolita, la Città Eterna costituiva il necessario trampolino di lancio per l’espansione mondiale del Movimento; e quale centro della cristianità doveva dare il suggello della gerarchia ecclesiastica a questa nuova opera sorta in seno alla Chiesa. Quelli che ora andiamo a scorrere in sintesi sono appunto gli anni “eroici” in cui l’ideale dell’unità ha messo radici nella Città Eterna. In questa diciottttesima ed ultima puntata passiamo in rassegna il 1964.

1965. A Rocca di Papa il nuovo Centro dell’Opera

Nei primi mesi del 1965 il mondo è scosso da eventi come la morte a Londra di Winston Churchill (24 gennaio), l’inizio del bombardamento sistematico del Vietnam del Nord da parte dell’aviazione degli Stati Uniti (7 febbraio) e l’assassinio a New York di  Malcolm X, leader dei “musulmani neri” (21 febbraio). Grandi novità sul piano religioso: dal 7 marzo entra in vigore la riforma liturgica tracciata dal Concilio, che prevede – tra l’altro – l’introduzione della lingua locale al posto del latino.

Altre le date significative per i Focolari: il 21 gennaio Chiara inaugura la Scuola maschile di Loppiano a Villa Eletto; l’11 febbraio il Movimento, ricevuta l’approvazione quale pia unione, è alle dipendenze della Sacra Congregazione del Concilio; il 14 marzo Chiara incontra a Madrid padre Peyton (lo rivedrà il 12 aprile a New York, durante il suo viaggio negli Usa dall’8 al 22 aprile); dal 22 al 7 maggio è in Argentina e a Recife (acquistato un terreno a Santa Maria: per una Loppiano brasiliana? Mons. Helder Camara opta per un Centro Mariapoli e ci si orienta secondo il suo desiderio); di ritorno dal Brasile, puntata a Parigi.

E finalmente, il 13 maggio Chiara si trasferisce al nuovo Centro Mariapoli di Rocca di Papa. Voluto da lei, campeggia nella cappella un mosaico di Paolo Scirpa che raffigura Maria Madre della Chiesa,  secondo la definizione del Vaticano II. Commenta l’autore: «Si cercò di esprimere la realtà della Chiesa al momento presente. Maria è su una grande fiamma, opera dello Spirito Santo per eccellenza. La grande cupola centrale è la Chiesa, i vescovi, la contemporaneità del Concilio. Sullo sfondo, da un lato le barche, origine degli apostoli pescatori, e dall’altro l’industria, segno dei nuovi tempi. In basso dodici figure che alludono agli apostoli con lo sguardo rivolto alla pioggia di fuoco».

Roma per Chiara

Chiara vive sì a Rocca di Papa, ma nel suo cuore il centro della cristianità continua ad occupare un posto tutto speciale. E nel volgere del tempo non farà mai mancare alla comunità romana consiglio e incoraggiamento perché il fuoco dell’amore evangelico invada la capitale, onde «far di Roma una Mariapoli». Questo rapporto privilegiato avrà il suo momento ufficiale nel 2000, anno del Grande Giubileo, degli ottant’anni di Chiara e della presenza quasi cinquantennale dell’Opera nell’Urbe: quando cioè il 22 gennaio, nel corso di una solenne cerimonia in Campidoglio, le verrà conferito dal sindaco Rutelli la cittadinanza onoraria. Per l’occasione, a nome del suo “popolo” romano, Chiara prenderà un impegno: «dedicarci d’ora in poi a questa città più e meglio. Desidererei potenziare in essa ciò che può offrire il nostro carisma: l’amore, l’amore reciproco e una più profonda unità fra tutti, dovunque». Nel suo discorso farà riferimento al nome di Roma letto all’inverso, nome che è una vocazione: Amor. E “Roma Amor” è appunto il nome dell’operazione evangelizzatrice che, lanciata da lei all’indomani della sua cittadinanza romana, coinvolge tuttora le forze più valide del Movimento nella Città Eterna.

A Roma fanno riferimento molti scritti di Chiara. Uno fra i più noti, del novembre 1949, inizia così: «Se siamo uniti, Gesù è fra noi. E questo vale. Vale più d’ogni altro tesoro che può possedere il nostro cuore: più della madre, del padre, dei fratelli, dei figli. Vale più della casa, del lavoro, della proprietà; più delle opere d’arte d’una grande città come Roma…».

Sono del 1960 queste espressioni: «Se tu vuoi sapere quanto è grande Roma, pensa alle dimensioni della croce. Sì, perché la croce per noi cristiani è il simbolo dell’amore. Roma è piantata nei secoli lontani di una civiltà che fu madre di molti popoli della Terra. Roma allarga le sue braccia vigorose e materne per un abbraccio di uomini e nazioni sparsi in quasi tutto il mondo».

E ancora: «O Roma, città eterna, tutto il mondo ti guarda. Tu avesti nei piani di Dio un posto di privilegio, e ogni altra città del mondo ed ogni popolo nei secoli potrebbe invidiarti. Che Dio ci faccia degni di calpestare la tua terra».

Meno conosciuto è invece questo brano del suo diario del 29 aprile 1964, che rivela l’anima con cui Chiara “viveva” le sue giornate romane:

«A Roma c’è il Centro dell’Opera e ci sono i Centri della sezione maschile e femminile e molte altre attività; ma Dio mi dia di continuare anche qui il mio “pellegrinare di giorno in giorno, in cerca della sua volontà, nella quale ho promesso ai focolarini di rimanere per esser così unita con tutti loro. Io non ho casa, la mia casa è il Cielo. È inutile illudersi d’averla quaggiù dove tutto passa e la famiglia non è riunita, e manca Maria, la Madre che vive già nella Patria celeste.

«Per il “viaggio” c’è il viatico quotidiano dell’Eucaristia; per “strada”, la divina volontà; per dolce trattenimento, Cristo fra le anime che Dio mi mette accanto; per chiese, le basiliche di Roma che custodiscono i santi non ancora da me venerati a sufficienza e coi quali voglio far amicizia prima di conoscerli – spero – lassù; per “radio”, la voce del Papa che mi fa esultare per “qualcosa” che trova un’eco particolare nel mio e nostro animo; per sosta, il Sacrificio della croce rinnovato».

E ancora un brano di diario del 2 maggio 1964: «In questi giorni, […] sentivo Roma casa nostra perché vi abitava il Papa. Ieri, scendendo dal Centro Mariapoli verso la città eterna, mi sembrava che Roma fosse tutta coperta da un grande cuore: il cuore del Papa».

Visitando la Roma di Chiara

S. Maria in TrastevereFondata nel III secolo da papa Callisto I, poi rinnovata sotto papa Innocenzo II (1130-1143), è la chiesa più importante del rione Trastevere e tra le più belle dedicate a Maria in Roma, ricca di opere d’arte come, nella conca dell’abside, il mosaico raffigurante la Vergine e Cristo assisi sullo stesso trono (XII secolo), le Storie della Vergine, sempre a mosaico, opera di Pietro Cavallini (1291), e – nella cappella Altemps – l’antica e preziosa icona (risalente forse al VI secolo) della Madonna della Clemenza o Madonna Theotòkos. L’11 dicembre 1997 Chiara venne invitata dal prof. Andrea Riccardi a presentare in questa basilica il Movimento dei Focolari a trecento membri della Comunità di Sant’Egidio, da lui fondata. Calorosa l’accoglienza fatta a Chiara, che poté spiegare familiarmente i fondamenti della spiritualità dell’unità con molti episodi, secondo la storia tracciata da Dio. Poi visita alla vicina chiesetta, da cui la Comunità prende nome, rinfresco nella sala adiacente e presentazione di Riccardi a Chiara dei dirigenti di quest’opera che si caratterizza per l’amore ai poveri, l’impegno ecumenico e quello per la pace tra le religioni e i popoli. Nell’anno che papa Wojtyla, in preparazione al Grande Giubileo del 2000, aveva dedicato allo Spirito Santo, questo incontro tra carismi diversi risultò particolarmente significativo e preludio ad altri incontri con movimenti cattolici, anche in vista della Pentecoste 1998.

Piazza San PietroNell’assolato pomeriggio del 30 maggio 1998, festa di Pentecoste, uno vero spettacolo di unità nella diversità era offerto da piazza San Pietro, straripante dell’entusiasmo variopinto di circa 280 mila persone venute da tutto il mondo: non solo il più grande raduno di fedeli mai svoltosi in questa sede dopo il Giubileo del 1950, ma la prima volta nella storia della Chiesa in cui movimenti e comunità ecclesiali si ritrovavano qui convocati dal papa. Forti i brevi interventi dei fondatori di quattro tra i più diffusi movimenti ecclesiali, che hanno offerto a Giovanni Paolo II la loro testimonianza cristiana. Chiara è stata la prima a prendere la parola (hanno fatto seguito Kiko Argüello, l’iniziatore del Cammino neocatecumenale, Jean Vanier, che ha dato vita alle comunità de L’Arche, e don Luigi Giussani, cui si deve la nascita di Comunione e Liberazione) e ha concluso il suo intervento con una promessa: «Sappiamo che la Chiesa desidera la comunione piena fra i movimenti, la loro unità che, del resto, è già iniziata. Ma noi vogliamo assicurarla, Santità, che, essendo il nostro specifico carisma l’unità, ci impegneremo con tutte le nostre forze a contribuire a realizzarla pienamente». Un impegno che da allora ha prodotto frutti impensati nel dialogo anche ecumenico: basti pensare ai movimenti e alle comunità ecclesiali anche non cattoliche che hanno aderito al cammino di comunione iniziato con “Insieme per l’Europa.

CampidoglioIl 22 gennaio 2000 Chiara si affacciò su questa piazza ideata da Michelangelo dal Palazzo Senatorio per salutare il “popolo” romano venuto a festeggiarla. L’occasione: il conferimento a lei, da parte del sindaco Rutelli, della cittadinanza romana. Durante la solenne cerimonia nella Sala della Protemoteca, a nome del movimento, Chiara aveva preso l’impegno di «dedicarci d’ora in poi a questa città più e meglio. Desidererei potenziare in essa ciò che può offrire il nostro carisma: l’amore, l’amore reciproco e una più profonda unità fra tutti, dovunque».

Stadio FlaminioSorge all’estremità occidentale del quartiere Parioli. Progettato dall’architetto Antonio Nervi con la collaborazione del padre, il famoso Pier Luigi, fu realizzato tra il 1957 e il 1958 sull’area del preesistente Stadio Nazionale e destinato agli incontri del torneo olimpico di calcio del 1960. Secondo stadio per capienza della capitale dopo l’Olimpico, il 17 agosto 2000, nel contesto della Giornata Mondiale della Gioventù e al cuore del Grande Giubileo, ospitò il Genfest, la manifestazione periodica dei giovani dei Focolari. Circa 25 mila quelli di loro intervenuti dai cinque continenti, per partecipare ad un programma di testimonianze, musiche e coreografie che avrebbe segnato una tappa “storica” per questo genere di meeting. Per l’occasione, venne presentata per la prima volta ad un così vasto pubblico di teenagers la “scelta di santità” di una gen di Sassello, Chiara Luce Badano, ora beata.  Attesissimo l’intervento di Chiara, che fra l’entusiasmo generale illustrò la “meravigliosa storia” iniziata a Trento dai giovani di ieri, e di cui lei era testimone, storia «continuata poi con la collaborazione dei giovani d’oggi». Agganciandosi poi all’avventura di Fontem e del popolo bangwa, Chiara lanciava il nuovo Progetto Africa, concludendo con questa consegna: «Amiamo, carissimi giovani, continuiamo ad amare, e il mondo intero cambierà. Amiamo e concorreremo a costruire la “civiltà dell’amore” che il nostro pianeta, pur nelle sue tensioni, ma anche nelle sue attuali aperture e possibilità, attende».

San Paolo fuori le MuraIn questa magnifica basilica, distrutta da un incendio nel 1823 e poi ricostruita sulle stesse fondamenta e secondo l’antico disegno, ebbe sepoltura l’apostolo delle genti, l’infaticabile diffusore del messaggio di Cristo col quale Chiara avvertiva una particolare sintonia. Luogo e personaggio le ispirarono questi pensieri: «L’apostolato non è un mestiere che si fa solo in certe ore del giorno. Così fatto raccoglie pochi frutti, e non raramente mette negli animi un senso di noia e di disinteresse perché nulla più delle cose di Dio fatte male sono dal cuore umano ributtate. L’apostolato è un fiore che deve sempre aprirsi su una radice sicura: l’unione dell’anima con Dio e, per Dio, l’unione dell’anima coi fratelli. Perché solo l’amore è il segreto della riuscita nella conquista dei cuori, ché chi ama è in Dio e Dio solo trascina, convince, mantiene».

Il 18 marzo 2008 questa stessa basilica e le sue adiacenze offrivano lo spettacolo straordinario di migliaia di persone convenute da tutta Italia e dall’estero a rendere l’ultimo omaggio a Chiara, i cui funerali venivano celebrati dal segretario di Stato vaticano card. Tarcisio Bertone. Erano presenti cristiani di tutte le Chiese, musulmani, buddhisti, ebrei… Il commento di mons. Marini, il cerimoniere pontificio: «Per vedere un funerale di questo genere, in questa basilica, bisogna risalire al Concilio Vaticano II».

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